Realtà o embolia schizoide?


Siamo nel 1990, l’anno in cui Microsoft lancia Windows 3.0 e Linux non c’era ancora. Schwarzenegger, star di Hollywood, si innamora di Robocop e contatta Paul Verhoeven, che nel frattempo stava lavorando alla sceneggiatura di un nuovo film di azione e violenza.

Non gli credere.

Non gli credere (appunto!).

Questo è il background che ha visto l’entrata in scena di Total Recall, l’antesignano di quei film che si divertono a mischiare i piani di memoria e realtà, al punto che non è più possibile distinguerle.

Se vi sta venendo in mente Inception, Paprika o eXistenZ, siete sulla strada giusta.

Magari siete là, seduti comodi, a vedere cosa fa Quaid (Arnold Schwarzenegger) quando riesce a “portare le chiappe su Marte” e a salvare il popolo oppresso. Siete davvero certi di vedere le azioni del protagonista del film? Oppure state assistendo al dipanarsi dei suoi ricordi, programmati dalla Rekall?

Vi sono almeno cinque particolari che possono far sorgere il dubbio, e un singolo dettaglio che dimostra come tutto il film non sia altro che un innesto di memoria.

1. LA SEQUENZA DEL MEDICO SONDISTA

... lei ha avuto un'embolia schizzoide, non riusciamo a staccarla dalle sue fantasie e io sono qui per convincerla ad uscirne spontaneamente...

… lei ha avuto un’embolia schizzoide, non riusciamo a staccarla dalle sue fantasie e io sono qui per convincerla ad uscirne spontaneamente…

Il protagonista incontra una figura rassicurante e professionale, che si identifica come un medico dell’azienda Rekall, pronto a risvegliarlo dal suo incubo totalmente mentale. Egli è infatti stato inserito, per tramite di una sonda, nella mente di Quaid per poterlo convincere a uscire. In effetti, se davvero volesse, il protagonista potrebbe uscire subito: cosa deve fare? Nulla di particolare: basta ingoiare una pillola rossa per vedere quant’è profonda la tana del Bianconiglio. Il punto è che è l’ultima occasione.

Quaid (ovviamente) non ci casca, e spara al tizio.

Entri, Signora Quaid...

Entri, Signora Quaid…

Ha fatto bene, no?
In fondo, aveva sudato e i sogni non sudano!

Eppure… eppure… pochi minuti prima, era entrata sua moglie Lori (Sharon Stone) per convincerlo a seguire il consiglio del dottore. La moglie che, neanche il giorno prima, Quaid aveva colpito duramente sul viso per tramortirla, essendo anche lei coinvolta e mischiata nel complotto.

Colpita sul viso… e non ha neanche un segno, un livido?

2. IL FINALE CON DISSOLVENZA IN BIANCO

Mi è venuto un pensiero terribile: e se fosse veramente un sogno?

Mi è venuto un pensiero terribile: e se fosse veramente un sogno?

Perfetto, luminoso, sotto i cieli di un pianeta terra formato in cui la rivoluzione proletaria si è davvero compiuta, e tutti sono stati liberati dal vincolo di dover respirare. Un finale che nessun spettatore troverebbe strano. In fondo si realizza il “e vissero felici e contenti” di hollywoodiana tradizione.

Quaid... Quaid... Innesca il Reattore... Libera Marte...

Quaid… Quaid… Innesca il Reattore… Libera Marte…

Eppure… eppure… potrebbe essere un ulteriore segnale che il regista cerca di dare a chi sta guardando la pellicola. La dissolvenza in bianco (invece che verso il nero) sembra alludere alla possibilità che tutto sia il frutto di un sogno, dell’allucinazione programmata dalla Rekall, insomma sia tutta un’illusione: come quando si esce dalla sedazione profonda, e non si riesce a vedere bene se non un bianco indistinto… solo che, come aveva avvertito il medico, qui non ci sarà risveglio.

3. LA STRANA AFFERMAZIONE DI KUATO.

Che cosa desidera, Signor Quaid?

Che cosa desidera, Signor Quaid?

Quando finalmente Quaid riesce a entrare nelle retrovie della resistenza, scopre che i suoi ricordi sono molto importanti per loro. Perché lui, e solo lui, conosce il segreto custodito all’interno delle profondità di Marte.

Così si incontra con il mutante Kuato, dotato di poteri extrasensoriali e di lettura del pensiero, e questi pone una domanda piuttosto particolare: Che cosa desidera, Signor Quaid?. E quando il protagonista risponde di voler tornare in possesso dei suoi ricordi, per essere di nuovo sé stesso, il mutante risponde in maniera piuttosto sibillina: Lei è figlio delle sue opere… Un uomo si definisce per le sue azioni, non per i suoi ricordi….

Se ci si pensa, questo è un messaggio che il regista manda allo spettatore.
Una chiave di lettura dell’intera pellicola.

Allora sbrigati a baciarmi prima che ci svegliamo.

Allora sbrigati a baciarmi prima che ci svegliamo.

Immaginate, per un istante, che il protagonista stia solo viaggiando con la fantasia. Egli non svolge alcuna azione perché sedato profondamente.

Quindi ciò che lo definisce è ciò che, dall’esterno, gli viene immesso. Gli innesti ai quali viene sottoposto. Per farlo viaggiare. Per farlo essere un agente segreto.

Tuttavia, Quaid rimane un uomo semplice, che magari possiede una casa ed è sposato ma non ha il denaro necessario per raggiungere Marte e quindi si rivolge alla Rekall per motivi economici.

Egli può essere definito per la sua singola azione di viaggiare con la fantasia.

4. LA SCOMPARSA DELLA REKALL.

Allora venite alla Rekall Incorporate, dove potrete acquistare le memorie della vostra vacanza ideale meno cara, più sicura e migliore di una vacanza normale!

Allora venite alla Rekall Incorporate, dove potrete acquistare le memorie della vostra vacanza ideale meno cara, più sicura e migliore di una vacanza normale!

Quando Quaid finisce di lavorare, prende la metropolitana. Mentre viaggia a bordo della carrozza vede scorrere, sui monitor, la pubblicità della Rekall (con, per inciso, lo stesso medico che abbiamo visto nel ruolo di “sondista” — un altro indizio!). La visione delle lande di Marte solcate da un cliente, che ha scelto proprio quella memoria, fa sì che si convinca, e vada alla Rekall.

Lasciate perdere i ricordi, e fate un viaggio su un modernissimo razzo spaziale!

Lasciate perdere i ricordi, e fate un viaggio su un modernissimo razzo spaziale!

Ora andiamo avanti di una decina di minuti: è riuscito finalmente a fuggire dai suoi colleghi di lavoro, che in realtà sono spie come lui, ed è braccato dai “cattivi” che lo hanno inseguito fino a casa. Per scappare fugge ancora nella metropolitana e si lancia su una carrozza in corsa. Mentre riprende fiato, nota che sugli schermi non compare più la pubblicità della Rekall per viaggiare su Marte ma di un mezzo assai più tradizionale.

La Rekall non esiste più.

5. LA SPALLA FEMMINILE INNESTATA

Non ti sei chiesto che fine avevo fatto?

Non ti sei chiesto che fine avevo fatto?

Arriviamo a quello che veramente è l’indizio più eclatante.

Proprio mentre inizia la procedura di innesto per il ricordo della sua vacanza su Marte, gli operatori fanno vedere a Quaid una serie di immagini. Manufatti. Scenari. Elementi che servono a sondare la mente, e allo stesso tempo a formare quella base visiva per i ricordi successivi.

A un certo punto iniziano le domande sull’orientamento e sulle preferenze sessuali, in termini di corpi femminili. Qui arriva, oltre a un modello in computer grafica, anche una fotografia vera e propria di un’attrice della Rekall che richiama, nelle fattezze, il modello di cui ai codici inseriti.

... andiamo a cercarci qualche capricetto...

… andiamo a cercarci qualche capricetto…

Dov’è il punto? Il punto è che Quaid vede quella donna per la prima volta sullo schermo della Rekall. Quando poi arriva su Marte e si “materializza” proprio quella ragazza, Melina, è chiaro che si tratta di un innesto di memoria.

Del resto, ammettiamo pure che fosse stato davvero già su Marte e che la ragazza sia stata già parte del suo vissuto come può far intendere il sogno che si vede proprio all’inizio del fim. In realtà, la Rekall non era affatto al corrente della sua missione sotto copertura e quindi… come poteva avere quella foto nei suoi archivi?

Sognando Marte...

Sognando Marte…

Venendo al sogno, in realtà il viso della ragazza sembra lo stesso di quello sognato in precedenza da Quaid quando si trova nel deserto rosso. Il sogno dove loro sono coperti da uno scafanfro e finiscono a rotolare sul deserto marziano, rischiando la vita. La verità è che lui potrebbe aver sostituito successivamente, nella sua memoria, il viso della donna nel sogno con quello ben più reale dell’attrice della Rekall.

Questo, però, dimostrerebbe una sorta di forma patologica: quella embolia schizoide, citata al medico, che dimostrebbe infine che il destino di Quaid è segnato e che il regista ci ha voluti prendere in giro, e far credere, davvero, di vedere un film. Quando, invece, abbiamo visto un ricordo che andrà perduto come lacrime nella pioggia.

E’ tempo di risvegliarsi.


Marco Spedaletti

Informazioni su spotlessmind1975

Progettista, analista e sviluppatore, ho ideato e gestito soluzioni innovative per clienti di primaria importanza, privati e istituzionali, utilizzando diverse tecniche e linguaggi di programmazione. Attualmente sono consulente per la stesura di offerte tecniche mirate, e libero professionista orientato alla soluzione di problemi attraverso l’utilizzo dei computer (Software Problem Solver).