Non tutto è perduto.
Oh, almeno, non lo sono gli sforzi profusi negli anni ’80 e ’90 nella creazione di videogiochi che non arrivarono mai, per un motivo o per un altro, sugli scaffali dei negozi.
Questa è infatti la missione del progetto Games That Werent (GTW) , ovvero ricercare e archiviare tutti i retro videogiochi che, in un modo o nell’altro, sono andati perduti. Si tratta di videogiochi scritti e pubblicati per home computer a 8 bit o a 16 bit, macchine all’epoca molto diffuse e che ora sono considerate retrocomputing.
Un progetto che ha avuto inizio da un piccolo articolo del 1993, pubblicato su una rivista per il Commodore 64 (“Commodore Force”) a firma di Ian Osborne.
Originariamente intitolato “Quello fu il gioco che non fu…” (“That Was the Game That Wasn’t”), l’articolo riscosse un grande interesse nei lettori perché fece luce su titoli interessanti ma poco distribuiti, di cui le persone ignoravano persino l’esistenza.
Di quei titoli che non arrivarono mai al pubblico perché interrotti o perché le software house avevano, nel frattempo, fallito, si fantasticavano invece funzionalità e caratteristiche — e venne così la voglia di ricercarli con i mezzi dell’epoca.
Si compulsarono così molte centinaia di vecchie riviste pubblicate fino ad allora e ciò fece (ri)scoprire giochi ancora più inediti e/o incompleti di quelli già trovati, e alla fine le informazioni furono riportate in una rubrica omonima della rivista “Commodore Zone”.
La popolarità della rubrica, da parte dei suoi lettori, spinse a fondare un sito web dedicato che raccogliesse ulteriori informazioni e dettagli su altri giochi inediti per il Commodore 64.
I giochi iniziarono così ad essere effettivamente (ri)trovati, grazie ad Internet, e alla fine fu creato un archivio per scaricare questi giochi, persi oppure incompiuti, e il progetto evolvette verso la preservazione.
Dopo il successo della versione per il Commodore 64, sono state create altre iniziative per altre piattaforme di retrocomputing, come SNES, Spectrum, Amstrad e Amiga. Sempre allo scopo di trovare e preservare titoli inediti oppure persi.
Per me, che sono anni che sviluppo software, mi emoziona un po’ questa dedizione. Sopratutto adesso che mi sto cimentando nella retroprogrammazione e sto partecipando anche ad alcuni concorsi (qui e qui), mi conforta pensare che magari, in futuro, qualcuno preserverà i miei lavori.