Purtroppo pare che il tempo non stia aiutando il Giappone a risolvere il problema di Fukushima. Anzi, sembra quasi che il problema sia stato solo spostato, perlomeno dall’attenzione della popolazione colpita e di tutti noi.
Infatti, a quattro anni dal disastro nucleare di Fukushima, la situazione nelle aree colpite resta grave: il monitoraggio condotto da Greenpeace ha rivelato che il 59% dei campioni presi in aree ufficialmente decontaminate era ancora oltre la soglia.
La cosa preoccupante è che i livelli più intensi di irraggiamento sono stati riscontrati nelle zone lontane dalle vie e dalle strade. Secondo Greenpeace, questo implica che il lavoro di decontaminazione è servito solamente a “spostare” il problema, ma non a liberarsene.
Ancora oggi oltre centomila persone non hanno fatto ritorno nelle loro case, e il processo di decontaminazione sembra non conoscere fine anche perché le colline, le montagne e le foreste della Prefettura di Fukushima sono fortemente contaminate.
La cosa grave è che il materiale radioattivo, poiché ancora permane, viene dilavato con la pioggia e i corsi d’acqua e raggiunge anche aree precedentemente decontaminate, ricontaminandole di nuovo. Un’odissea senza fine.
Nel frattempo, Naoto Matsumura vive nella zona proibita di Fukushima, dove c’è una radioattività 50 volte superiore al normale, per assistere gli animali abbandonati.
Quest’uomo ha deciso di continuare a vivere là, nonostante il divieto delle autorità, perché il piano approntato dalle autorità non prevedeva alcuna misura per evacuare gli animali. Naoto, però, non se la sentiva di ignorarli ed è, ad oggi, l’unico residente della zona… nonché l’unica vera fonte di informazioni sulla radioattività di quei luoghi.