Un aereo vola per 23 minuti sopra la massima altitudine ammessa, quasi il doppio di autonomia di ossigeno per i piloti, e poi torna in quota normale come se nulla fosse… poi non si trova un aereo di sessanta metri in uno spazio “caldo” e controllato da centinaia di satelliti, di tutti i paesi… e se tutto questo ritardo nelle ricerche fosse voluto?
Ripercorriamo un po’ di fatti di questa immensa tragedia:
- l’ipossia è un dato di fatto, la maggior parte dei manuali operativi dei velicoli dichiarano altezza massima e autonomia dell’ossigeno per i piloti, e l’MH370 non fa eccezione (mod. Boeing 777-200ER);
- i piloti automatici esistono già, e pilotano perfettamente un velivolo; in linea di massima sono in grado persino di atterrare senza supporto umano, e basandosi solo su rilevatori a terra per il posizionamento;
- i piloti automatici sono componenti hardware/software e sono integrati con altri sistemi, quali sensori e attuatori: chiunque riesca a comandare il pilota automatico può, effettivamente, pilotare l’aereo;
- il mistero sulla traiettoria dell’aereo è inspiegabile, infatti il trasponder è solo uno dei modi per tracciare la posizione dei velivoli, ed è il modo che l’aviazione civile predilige; quella militare, che di solito subentra a quella civile in caso di dirottamento, può sfruttare meccanismi come radar e satelliti per individuare con esattezza la posizione di un piccolo velivolo, figuriamoci un 777!
Insomma, ci sono davvero tante cose che non quadrano, tenendo anche conto che di solito i soccorsi in caso di deviazione / ammaraggio sono praticamente immediati… e il motivo è che la scatola nera non è eterna. Anche se molto protetta, è comunque probabile che vada perduta se non recuperata subito. E la scatola nera è l’unico modo per evitare che una tragedia si ripeta… a meno che non si sappia già il motivo della tragedia.
Riguardo all’ipossia… la pressurizzazione non si può mantenere al di sopra di una certa quota. Questo perché si spilla aria dai compressori dei propulsori e, comunque, non è quella al livello del mare. Alcuni meccanismi di pressurizzazione non garantiscono una pressione adeguata al superamento di certe quote. In più, l’ossigeno scarseggia ad altissime quote ed è quello che viene reimmesso in circolo per pressurizzare la cabina dei piloti e dei passeggeri. Da qui il mistero di come abbiano potuto superare il periodo massimo consentito dalle bombole di emergenza.
Rispetto a questo incidente aereo ho quindi una mia personale teoria.
Non abbiamo ancora ritrovato i rottami (e sì che ci abbiamo provato in molti!) per non rischiare di rintracciare la scatola nera, e scoprire così che certi modelli di aerei con specifiche revisioni di hardware/software a bordo possono essere pilotati e manomessi “a distanza”, magari sfruttando un banale bug software. Oppure che i tecnici della manutenzione possano agire in tal senso, e basterebbe aver degli infiltrati nei maggiori enti certificati alla manutenzione per considerare insicuro praticamente qualsiasi aereo che abbia meno di quarant’anni… con ovvie ripercussioni.