Finalmente una vera novità nel panorama editoriale, per gli amanti del giallo con elementi di soprannaturale, e soprattutto una novità “100% made in Italy”. Si chiama Le indagini di Kenzo Tanaka ed è un vero e proprio lavoro di squadra. Ma perché ho citato Dylan Dog? Ve lo spiego subito!
Intanto parliamo del libro.
Si tratta di una antologia di racconti, tre per l’esattezza, dove il protagonista assoluto è proprio Kenzo Tanaka. Questi vive in un bilocale al primo piano di Nishihara Street, nel quartiere Hatagaya, vicino all’area di Shinjuku. Ha una sincera passione per tutto ciò che ha origini italiane, essendo anch’egli di tale origine. Ex agente delle forze dell’ordine, è stato assunto come investigatore privato (con regolare licenza) presso l’agenzia investigativa P.B.I. TOKYO.
Un investigatore privato dell’improbabile, come si è trovato una volta a definirsi, e che si muove per le vie di Tokyo (e dintorni) portando avanti indagini che altri hanno ormai abbandonato come “inspiegabili”. Pensate a uno Sherlock Holmes in salsa wasabi e avrete bene in mente dove vi porteranno le sue avventure.
Torniamo ai racconti.
Tutti, nessuno escluso, si muovono a partire da fatti apparentemente inspiegabili: il Giappone sembra pieno di mostri e case stregate. Tuttavia, nessuno di questi casi è davvero quello che sembra e sarà il nostro a riannodare tutti i fili lasciati appesi. Non senza sorprese, come del resto ci ha abituati la tradizione giallistica, almeno quella migliore.
In più, la profonda conoscenza che l’autore dimostra della vita giapponese ci aiuta a prendere confidenza con un mondo straniero, lontano per cultura e per abitudini al nostro.
Ora, ho esordito dicendo che Kenzo Tanaka è il Dylan Dog del XXI secolo: perché?
Perché sia l’uno che l’altro si muovono in un mondo normale e conosciuto, e ne scoperchiano quei lati difficili da accettare.
Tokyo, come Londra, è una città molto ordinata e ordinaria: eppure è anche sede di delitti inspiegabili, che rimangono spesso senza colpevole e con una dinamica poco chiara, perché la polizia giapponese li liquida con la spiegazione più ovvia. Allo stesso modo, i delitti che Scotland Yard ammette di non riuscire a risolvere diventano, spesso, materia di indagine per Dylan.
Entrambi, quindi, sono la risposta più ovvia alla complessità dei moderni agglomerati urbani.
Del resto, sia l’uno che l’altro accettano casi difficili da spiegare, ed entrambi cercano di risolverli utilizzando la razionalità. Anche se può sembrare strano, visto che Dylan Dog si fregia del titolo “Investigatore dell’incubo”, non è raro che il suo primo approccio escluda, in principio, qualsiasi causa sovrannaturale.
Infine, entrambi si muovono solitari e, anche se hanno dei sodali che li aiutano, in pratica risolvono i casi da soli. Sodali che, neanche a farlo apposta, sono per entrambi proprio quegli ispettori della polizia che ammettono di non riuscire a cavare un ragno da un buco.
La vera differenza tra i due è che Kenzo Tanaka non è (ancora?) un vero fumetto: è più un romanzo con alcune illustrazioni, nelle quali il disegnatore cattura l’azione con un tratto che ricorda più le tradizioni moderne che quelle della scuola di Sergio Bonelli, ma rispetto a queste non ha proprio nulla da invidiare, anzi!
Per chi volesse approfondire la lettura segnalo che quest’opera ha un “pedigree” di tutto rispetto. A partire dagli autori. L’ideatore è Marco Paracchini, regista free-lance nonché relatore e docente nelle discipline cinematografiche e narratologiche presso enti istituzionali e privati. Il disegnatore è Pierfrancesco Stenti, non solo character design di tutti i personaggi del mondo Tanaka ma anche disegnatore professionista.
In conclusione, suggerisco di tenere bene a mente il suo nome perché, come Dylan Dog, anche Kenzo Tanaka diventerà ben presto un punto di riferimento per le light novel.